Le cascate di San Fele rappresentano uno dei luoghi più belli della Basilicata. Situate nel omonimo comune, in provincia di Potenza, a ridosso del confine nord-ovest della nostra regione e a pochi passi dall’Irpinia e dai boschi del Vulture, sono il luogo ideale per indimenticabili escursioni immersi nella natura.

Cascate di San Fele: tra storia, natura e borghi medievali

Il territorio che ospita le cascate è caratterizzato da un affascinante mix di storia e natura, che armonicamente si mescolano e si lasciano ammirare attraverso le acque delle cascate: queste ultime, nel corso dei secoli, hanno plasmato le rocce e il sapiente lavoro dell’uomo ne ha sfruttato, a  suo vantaggio, la potente energia.

Le cascate prendono il nome da San Fele, bel centro abitato di stampo medioevale, con tracce di frequentazione delle prime popolazioni lucane e della Magna Grecia. Il paese presenta viuzze strette e adagiate sulla montagna. È qui che nacque, più di 200 anni fa, il vescovo Giustino de Jacobis, proclamato santo nel 1975 da Papa Paolo VI ed è qui che è presente uno dei maggiori santuari lucani: Santa Maria di Pierno.

Per avere un assaggio della bellezza delle cascaste di San Fele e del territorio circostante, ecco un video realizzato da noi durante uno dei nostri tour:

 

“U Uattënniérë”, storie di cascate e antichi opifici

Le cascate si trovano in località Matise, dove il torrente Bradano – che sgorga dall’Appennino Lucano – confluisce nella fiumara di Atella e poi nel fiume Ofanto, per poi giungere nel Mar Adriatico. La particolare conformazione dell’alveo fa sì che il torrente effettui dei particolari salti di quota che danno origine alle cascate di San Fele, naturali e suggestive, note in tutta la regione anche con il nome di “U Uattënniérë”, trasposizione dialettale di gualchiera.

Gualchiera e antichi opifici

La gualchiera era una macchina utilizzata in antichi opifici costruiti a ridosso delle cascate che sfruttava la forza motrice dell’acqua, attraverso cui una grande ruota veniva azionata, trasmettendo il movimento a un cilindro orizzontale. In quest’ultimo erano inserite, verticalmente, le aste dei folloni che, entrando e uscendo da una vasca (dove sul fondo venivano posti i tessuti), servivano a gualcare la lana. Le proprietà feltranti del panno venivano così rese più compatte e meno ruvide.

La gualchiera di San Fele è rimasta in uso fino agli anni ’40 del secolo scorso.

Le cascate di San Fele oggi

Attualmente chi si occupa attivamente per la valorizzazione e la fruizione di questo tesoro storico e naturalistico che rappresentano le cascate di San Fele è la locale associazione “U Uattënniérë”.

Siccome le immagini valgono più di mille parole, è giunto il momento di mostrarvi la bellezza delle cascate di San Fele, visitabili in ogni periodo dell’anno.

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