di Anna Paterino – Guida Turistica Professionista

Scegliere un tour da raccontare non è cosa facile. Dovrei scegliere tra le varie tipologie di clienti che incontro ogni giorno (e sono davvero tanti).

Volete un esempio? Ragazzini scalmanati in gita scolastica, gruppi parrocchiali di adulti provenienti dalle regioni vicine, gruppi di adulti di francesi, tedeschi, americani, giapponesi, individuali stranieri in cerca delle loro origini italiane, famiglie con bambini, coppie in luna di miele, convegnisti e croceristi.

Insomma, ognuno con il proprio buon motivo per viaggiare e, negli occhi, la voglia di scoprire posti nuovi.

A noi guide il compito di accompagnarli per un tratto del loro viaggio, sperando di lasciare un bel ricordo di noi e del luogo che visitano.

È una giornata tiepida e soleggiata, di quelle che guardi il cielo e non vedi neanche una nuvola. E pensi: “Però, sono fortunata a fare questo lavoro, all’aria aperta, godendo del sole che riscalda, dell’aria fresca che ti inebria e a contatto con la gente che arriva da ogni parte del mondo”.

Alla scoperta della città con un gruppo di turisti francesi

Ed eccoli arrivare, presso la stazione centrale di Matera, il mio gruppo di francesi. Scendono dal bus, quasi tutti sessantenni sorridenti, alcuni un po’ acciaccati ma con una forza da far invidia ai nostri più pigri adolescenti in gita che, al terzo gradino, sono stanchi e vogliono fermarsi.

Breve presentazione, mia e del tour che li porterà alla scoperta della città dei Sassi. Tiro fuori la mia bandierina (o meglio il segnale, un girasole, che ho scelto da portare alto sulla mia asticella per farmi individuare, nel caso qualcuno si attardi). Piace a tutti e mette allegria, “le tourne-soleil”.

Il loro accompagnatore mi consegna il microfono, così che ognuno possa ascoltarmi nel proprio auricolare (le radioguide: che grande invenzione, per una guida!).

Una pausa ai bagni pubblici in Piazza Vittorio Veneto (per iniziare a camminare leggeri e senza pensieri) e via, si comincia.

 

Uno stupore a cui non ci si abitua mai

Raggiungiamo l’affaccio panoramico “Luigi Guerricchio e subito, davanti al gruppo, si staglia il Sasso Barisano con la Civita di fronte e la Cattedrale.

Un’unica esclamazione riecheggia sull’affaccio: “Oooohhhh!”. È lo stupore e la meraviglia di chi, per la prima volta, vede Matera. L’hanno vista in Tv, ne hanno visto delle immagini su riviste o libri, ma niente è paragonabile alla sua vista dal vivo.

Comincio il racconto. Nel frattempo ci spostiamo e partono le domande, tante domande, foto e sorrisi.

Percorriamo via delle Beccherie, ammiriamo il Palazzo del Sedile, raggiungiamo la Cattedrale romanica che sembrava così distante e invece era lì, vicina. Quasi abbagliati dalla calcarenite colpita dal sole e ripulita dal recente restauro, ne ammiriamo la sua maestosità, la facciata, il rosone, il campanile. Anche l’interno barocco non delude, con i suoi stucchi dorati, le colorate tarsie marmoree degli altari, l’affresco duecentesco ritrovato dietro un altare moderno e l’imponente presepe.

Proseguiamo il percorso e il racconto attraverso vicoli e vicinati.

Anna Paterino con un altro gruppo di turisti nei Sassi

Anna Paterino con un altro gruppo di turisti nei Sassi

 

La Murgia, sospesa fra canyon e Sassi

Giriamo l’angolo e, d’improvviso, lo scenario cambia. L’altopiano della Murgia di fronte e un canyon che ci separa da quella meraviglia della natura. Su uno dei lati del canyon stesso vi sono case su case scavate nella roccia: è il Sasso Caveoso.

Gli allegri turisti francesi ammirano, qualcuno si commuove addirittura.

Non mi stupisco, non è la prima volta che succede. I Sassi di Matera fanno questo effetto: commuovono, lasciano senza parole.

Continuiamo la visita e raggiungiamo alcuni interni: una casa-grotta e una chiesa rupestre con mirabili affreschi.

Attraversiamo un cimitero medievale, risaliamo gradini, tanti gradini che richiedono non poca fatica ai miei ospiti. Non importa: ne è valsa la pena.

Nella foto, Anna Paterino accompagna delle turiste nel Sasso Caveoso

Nella foto, Anna Paterino accompagna delle turiste nel Sasso Caveoso. Di fronte, l’altopiano della Murgia.

 

Pronta a una nuova scoperta

La visita è finita, ringrazio il gruppo e scatta l’applauso, sempre gradito come gradita è la mancia che ognuno si avvicina a lasciare.

Li saluto e il loro accompagnatore provvederà ad accompagnarli in uno degli ottimi ristoranti locali, dove gusteranno la buona cucina materana.

Nel frattempo si sono fatte le 13: ho un paio d’ore per riposare e pranzare. Nel primo pomeriggio mi aspettano due americani per un’escursione sulla Murgia.

 

Ted e Kathrine, da New York alla Murgia

Appuntamento a Jazzo Gattini, centro visita del Parco della Murgia Materana, uno dei miei luoghi del cuore.

Visitiamo l’antico ovile e ci incamminiamo lungo sentieri sterrati che ci portano sul crinale della Gravina. Ted e Kathrine, sulla cinquantina, arrivano da New York e sono in Italia in cerca delle loro origini: i nonni infatti avevano origini  lucane, di Tricarico. Avevano programmato 2 notti a Matera, prima di proseguire per la Puglia, ma hanno deciso di prolungare la loro vacanza.

Il profumo del timo e della santoreggia è forte e lungo il sentieri, i colori  dell’arganetta azzurra, del Lino di Tommasini, degli asfodeli in fiore fanno da sfondo alle loro foto.

Arriviamo sul punto panoramico del Belvedere, passando per grotte e chiese rupestri , e ammiriamo i Sassi di fronte a noi. È quasi il tramonto, siamo accecati dal sole che cala dietro il campanile della Cattedrale, e tutto intorno ha un aspetto dorato. L’atmosfera è tranquilla e rilassata, immersi nel silenzio della Murgia ad ascoltare soltanto il verso degli ultimi falchi grillai che stanno ritornando ai nidi in città.

Ted e Kathrine sono entusiasti della nostra escursione: hanno potuto godere dell’ambiente naturale a pochi passi dalla città. Sorridono, ringraziano e ci salutiamo.

Un’altra giornata lavorativa è finita. Serena, soddisfatta e un po’ stanca, ma felice degli incontri fatti.

Domani si riparte, chissà chi incontrerò sul cammino.

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